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VITO MONTANARI ( 1934 🇮🇹) TECNICA MISTA SU CARTONE OPERA UNICA
“ PICCOLE DANZE CON SPETTATORI “
Foto originali del prodotto offerto ben tenuto e molto bello
Misure cm 52 x 59 cm
Firma in basso , sul retro titolo, firma e anno
Regalo bella cornice con vetro 86 x 76 x 6
Fu a metà degli anni ’60 che Forlì visse una breve ma interessante situazione artistica, una di quelle (e nella nostra città non furono tante) che fanno alzare la temperatura culturale del momento. Il merito va senz’altro attribuito a cinque pittori forlivesi (Ulisse Bugni, Sergio Camporesi, Mario De Fanti, Vito Montanari e Giorgio Spada) a cui si aggiunsero altri artisti della città e di quelle vicine, in particolare Faenza e Ravenna (Nevio Bedeschi, Gino Del Zozzo, Franca Forconi, Guido Onofri, Angelo Ranzi, Sergio Saviotti) e saltuariamente alcuni pittori bolognesi come De Vita, Pozzati, Cuniberti, Ghermandi. Il gruppo a volte ristretto, a volte più allargato, si riuniva periodicamente -per confrontarsi su problemi e tematiche d’arte o approfondire la conoscenza di grandi artisti contemporanei- in vari luoghi: dalla saletta d’arte Usaiba (via G.Regnoli ,6) allo studio pubblicitario di Franco Gondoni (Nico), dalla Galleria Mantellini (corso della Repubblica,135) a qualche locale di Forlì e dintorni (ad es. i ristoranti “Mario” e “Le Martinelle” lungo la strada per Rocca delle Caminate, e soprattutto “La Colombaia” sulla strada per Bertinoro). Il desiderio di conoscere, di verificare, di parlare su eventi in campo artistico era tale che agli appuntamenti nei ristoranti si aggiungevano quelli quotidiani in galleria che avevano poi un seguito nella serata, sotto il Chiostro di San Mercuriale, come ricorda Vito Montanari. Ma le più animate erano sicuramente le serate trascorse nei locali fuori città . Ciascuno portava una sua opera recente e su questi dipinti nascevano discussioni interminabili che si protraevano fino a notte inoltrata: un quadro veniva analizzato fin nei minimi particolari. Questi scambi di opinioni, a volte accesi, ma sempre rispettosi, cementavano una reciproca stima. Le tendenze e i movimenti di avanguardia che agitavano il mare dell’arte, ben conosciuti dal “gruppo”, giungevano però a Forlì attutiti, se ne parlava (ovviamente fra i non addetti ai lavori) come di una letteratura